24 novembre 2009

Nelle ferite aperte.

Il mio abituale - quanto malsano - spuntino notturno mi chiama.
Me ne sto in cucina, tranquilla, riempiendo la tazzona con uva passa, fiocchi d'avena e latte dello stesso cereale, poi affetto grossolanamente mela e banana e vi spargo sopra le scaglie di cioccolata fondente. Stranamente non ho nessun pensiero assillante in testa, se non quello che prima o poi dovrò abbandonare quest'abitudine che ad altro non serve se non a placare momentaneamente il malessere che mi accompagna da un po' di tempo a questa parte. Probabilmente poi, dato che prima ci sono cose più importanti da fare, come individuare tutti i motivi che mi provocano questa merda di malessere e metterci una croce sopra.
Mescolo attentamente gli ingredienti e già me li sto gustando con gli occhi quando vedo entrare una delle coinquiline, la mia connazionale, con in mano un barattolo e del pan carrè.
"Doppio strato di nutella!" mi annuncia. Io sorrido (e nel frattempo mi rendo meravigliosamente conto che la parola nutella non mi provoca più l'acquolina in bocca) e ci scherzo su.
Sto per uscire dalla cucina con in mano la tazzona, diretta verso camera mia, ma un'ondata di gelo dritta in petto mi blocca:
"Un giorno dovrai spiegarmi come fai a stare sempre in quella stanza."

PUM. Colpita e affondata. Game over.

Rimango un attimo interdetta.
"Beh, dipende..." blatera la mia voce. Ma non so nemmeno io cosa sto cercando di dire.
"Dipende da cosa? Io fossi in te sarei già impazzita! Vedi Kathi* che esce, conosce gente, va alle feste e poi fanno le cene di 20 persone...guarda che ti rimangono 2 mesi di erasmus, se non te la godi adesso non te la godi più!"

PUM. Ancora più a fondo, negli abissi. Nelle ferite aperte.

Inizio a mangiare, lì, sulla porta, mentre lei continua a spalmare nutella sul pane. Fame nervosa, fame rabbiosa, fame d'amore.
"Sì, questo lo so!" esclamo. E questa è davvero l'unica cosa che so, quel tarlo che continua a rodermi dentro giorno dopo giorno.

"E intanto il tempo passa
e non gli frega niente
di te che sopravvivi come un deficente
E intanto il tempo passa
svelto e indifferente
lo vedi andare via
lo vedi fuggire via" cantano i Negrita.

Lo so, lo so che è solo un consiglio, lo so che sono solo parole. Ma adesso quel coltello sporco di nutella lo sto sentendo entrare nelle mie viscere.
Tutto dipende, Chiara, io e lei non siamo uguali e non abbiamo intorno le stesse persone né gli stessi inviti. Questo credo di averlo solo pensato.
"Io impazzirei!" ripete lei.
"Beh questo anch'io, anche se non lo faccio vedere..."
Cazzo, ho detto proprio così?! Sì, Mary, l'hai detto. Stavi già scappando in corridoio, ma l'hai detto. Hai appena confessato alla tua coinquilina, ma prima di tutto a te stessa, di essere pazza.

Complimenti, il primo passo per risolvere un problema è ammetterlo. Allora perchè sono anni che ammetto di sentirmi sola e il problema non si è ancora risolto? Perchè sono anni che ammetto di sentirmi sbagliata e il problema non si è ancora risolto?

Ogni volta che penso al mio passato, lontano o recente che sia, nella mia mente si stagliano sempre 3 momenti caratterizzati da un comune denominatore: la voglia di cambiare.
Quando frequentavo le scuole medie non vedevo l'ora di andare alle superiori per "cambiare ambiente e conoscere tante persone nuove con cui star bene e passare momenti indimenticabili". Va beh dai, avevo 13 anni, una tempesta ormonale in corso e tanti sogni da adolescente; ma anche un cuore spezzato dopo 3 anni di prese in giro da parte di compagni stupidi e insensibili e 8 anni (compresi i 5 di elementari) di commenti sempre uguali da parte di maestre e professori: "E' una ragazza molto brava, buona e diligente, ma molto timida, non si sbilancia mai."
Perchè, perchè continuano a dirmi che sono molto timida anche quando ho la vaga impressione di aver in parte superato questo scoglio? Perchè in 13 anni (compresi i 5 di superiori) di udienze coi professori mi sono sentita ripetere sempre la stessa solfa?
Quando frequentavo le scuole superiori non vedevo l'ora di andare all'università o a lavorare per "cambiare ambiente e conoscere tante persone nuove con cui star bene e passare momenti indimenticabili". Non nego che, dopo tanti ripensamenti, alla fine ho deciso di iscrivermi all'università anche per questo motivo. Diciamo che a 19 anni uno dovrebbe aver già le idee chiare su chi è e cosa vuole fare nella vita, ma io no. Dopo ulteriori 5 anni di delusioni, volevo solo quella cosa che stavo cercando disperatamente da tempo ma ancora non ero riuscita a trovare.
Quando frequentavo l'università prima dell'erasmus non vedevo l'ora di fare questa esperienza per "cambiare ambiente e conoscere tante persone nuove con cui star bene e passare momenti indimenticabili". Bella mia, hai 21 anni adesso. E non sei neanche più tanto brava, buona e diligente come una volta. Saresti maggiorenne anche oltreoceano e non sei ancora riuscita a trovare quello che cerchi e che dovrebbe trovarsi sotto il tuo naso? Oppure sei talmente ingrata e invidiosa da non aver apprezzato quello che hai? Dopotutto, qualche persona importante al tuo fianco l'hai avuta e ce l'hai tutt'ora. Così come hai incontrato persone che ti hanno abbandonata lungo il cammino, ma è la vita. C'est la vie. Che frase stupida. Una frase di circostanza da spiattellare ai quattro venti quando non si ha un beneamato cazzo da dire e si fa la mia fine, passando la notte davanti ad un computer a scrivere deliri solo per sentirti più leggera. O più stupida, a seconda dei momenti.

Tra poco sentirò rientrare a casa Kathi, dopo una serata passata a divertirsi da qualche parte. La sento spesso, dato che ultimamente Morfeo ha deciso d'ignorarmi fino a orari indecenti. Allo stesso tempo sentirò le parole di Chiara risuonarmi nella mente e non avrò nemmeno lo stimolo di piangere per liberarmi temporaneamente di questo fardello. Sono tornata ad essere la donna senza lacrime e scopro che preferivo di gran lunga quel periodo, più di un anno fa, in cui scoppiavo a piangere al telefono per ogni cazzata soltanto perchè la sua voce era capace di sciogliere il ghiaccio nei miei occhi - e nel mio cuore - a tempi record. Ora, anche se la voce è sempre la stessa, non capita più. E non so se sono io che sono cambiata, se siamo noi due, se è la situazione, se sono le frequenze italospagnole...mah.

Adesso cosa mi rimane da fare per "cambiare ambiente e conoscere tante persone nuove con cui star bene e passare momenti indimenticabili"? No, Ale, non dirmi che mi faccio castelli in aria, che corro troppo, che mi aspetto troppo dalla vita e dalle persone che incontro - anche solo per un momento - e che così facendo rimarrò sempre delusa. Non dirmi che ho già alcune persone che mi vogliono bene e mi regalano momenti indimenticabili, questo lo so e mi rende felicissima. Il problema è che, non so per quale motivo, non sono ancora riuscita a colmare quel vuoto che mi porto dietro da circa 10 anni e ogni giorno che passa mi rendo sempre più conto che non è per niente una cosa passeggera come pensavo; è una cosa seria e se non la sistemo de una puñetera vez (tanto per sorridere, quest'espressione spagnola rende proprio l'idea xD) sarà sempre peggio. E impazzirò, davvero.



* la coinquilina tedesca, erasmus come me.

6 commenti:

maktuub ha detto...

...sai che mi hai commossa?
ho rivisto in un flash un pezzo della mia vita... un pezzo enorme, importante, che come un gatto sornione sta sempre li a ricordarmi come ero e che ogni tanto ancora mi fa traballare... i miei anni da adolescente sono la copia di quello che hai scritto... gli anni dell'accademia idem, una insoddisfazione che pensavo di placare inseguendo fantasmi... erano cose che mi scivolavano fra le dita e il denominatore era sempre il solito : non ero io che vivevo, lasciavo vivere la mia vita.
ora i problemi sono diversi, sono tanti e forse piu grandi, ma mi accorgo che quella parte di vuoto si è colmato col tempo quasi senza che ne fossi realmente consapevole,soltanto da quando ho preso, con immenso dolore, decisioni forti e importanti che mi hanno cambiato la vita...
ho dovuto soffrire e piangere per potermi alzare in piedi e andare contro una vita che non sentivo mia...
ora ho i miei alti e bassi, momenti in cui ho bisogno di acciambellarmi e coccolarmi per darmi conforto, ma so che sono io...
passerà... datti tempo... lo so che gli abbracci virtuali non sono granchè ma quando vuoi...ci sono :-)

fairy_maila ha detto...

Grazie davvero, per quanto sia un abbraccio virtuale è comunque importante per me :)
Mi dispiace di averti fatto ricordare brutti momenti, però d'altra parte mi fa piacere che riesci a capirmi...una persona che non l'ha vissuto può esserti vicino e cercare di aiutarti quanto vuole, come già fa il mio ragazzo, ma non sarà mai come parlare con qualcuno che l'ha provato sulla propria pelle.
Purtroppo è come hai detto tu: sto inseguendo fantasmi in una vita che non sento completamente mia, ed è logorante. Sento come se stessi sopravvivendo, non vivendo.
Spero davvero che il tempo possa aiutarmi, anche se avrei bisogno di accelerare le cose perchè questo problema sta rovinando altri aspetti della mia vita, come lo studio, e non posso permetterlo a lungo!
Scusa se ti chiedo questa cosa, se è troppo personale non c'è bisogno che mi rispondi: tu sei riuscita a risolvere lasciando passare il tempo e con l'aiuto delle persone vicine o ti sei rivolta a qualcun'altro...tipo uno psicologo? Io non so che fare :(

jengiskan ha detto...

i vuoti che ci portiamo dentro,spesso pensiamo di colmarli gettandoci dentro persone,cose,chiacchere,ma ci accorgiamo che non srve a niente e il vuoto aumenta.Dal'esterno verrà poco aiuto,solo noi possiamo riempire quel vuoto,riempirlo di noi stessi.Tutti noi siamo costruiti attorno a un vuoto,attorno al pozzo senza fondo dei nostri desideri.Auguri cara e buon spuntino di mezzanotte.

maktuub ha detto...

@cucciola... nessun problema a parlarti di me, anche di cose non positive ma sicuramente "mie" :-)
...la mia risposta probabilmente ruota attorno a quella di jengiskan...anche io sono convinta che la nostra mente e il nostro animo abbiano una capacità così grande di influenzarci che quaunque aiuto esterno cada nel vuoto se noi gli opponiamo un muro...
io per molto tempo ho cercato di colmare il vuoto in modo sbagliato, affezionandomi a persone che con me avevano poco a che fare ma a cui io ostinatamente mi aggrappavo e li "mitizzavo" accorgendomi poi pian piano che il vuoto tornava e che io dovevo impormi di non essere "dipendente" da nessuno perchè non reggevo le cadute che ne seguivano. a un certo punto ho pensato che cambiare tutta la mia vita avrebbe significato dare una svolta a tutto ma forse non ero ancora pronta.. ho cambiato amicizie, sono andata a vivere all'estero e ho cercato di "riempirmi" la vita ma non funzionava ancora... alle prime batoste ho cominciato di nuovo a vacillare, è stato un periodo durissimo... una persona mi ha aiutato a reggermi in piedi, e ci son voluti altri 4 anni per prendere coscienza di me, di qualcosa che mi dormiva dentro... nel momento in cui mi sono sentita più a pezzi mi si è risvegliato qualcosa che mi ha fatto dire basta... ho comprato un biglietto aereo, ho tolto la spina all'improvviso a tutto quanto coi miei che mi gridavano al telefono se per caso ero impazzita... ho chiuso il telefono e sono andata avanti, ho scelto forse per la prima volta in vita mia consapevolmente quello che volevo...
e vivendo giorno per giorno pian piano la sensazione si è affievolita... non ti posso dire che è scomparsa perchè quando mi sento giù mi sembra di intravvederla da lontano, nascosta dietro un angolo della mia testa che aspetta... ma mi basta poco ora per distogliere i pensieri e ripartire...
fa male cercare di uscire dal pozzo... ma ne abbiamo bisogno, ognuno coi mezzi che può trovare ma sempre mantenendo la consapevolezza che "il grosso" tocca a noi.
...l'abbraccio c'è sempre, quando hai voglia di una coccola :-)

fairy_maila ha detto...

Hai ragione jengiskan, me ne rendo conto ogni giorno che passa. Riempirlo di noi stessi, eh già...fosse facile! Grazie, chiunque tu sia :)

Mak, leggere la tua esperienza mi è stato d'aiuto, grazie :)
"affezionandomi a persone che con me avevano poco a che fare ma a cui io ostinatamente mi aggrappavo e li "mitizzavo" accorgendomi poi pian piano che il vuoto tornava e che io dovevo impormi di non essere "dipendente" da nessuno perchè non reggevo le cadute che ne seguivano" -> questa mi calza a pennello, purtroppo...ma dopo tutto questo tempo non ho ancora imparato,ogni volta ci ricasco!
Sai, quando ho letto la prima volta dei luoghi in cui hai vissuto, in cui stai vivendo e in cui vorresti andare a vivere, ti ho ammirata :) ho pensato che sei il tipo di persona che non si lascia influenzare e che riesce a vivere a pieno la sua vita! Poi per il sogno di aprire una scuola in Africa (incrocio le dita per te!) hai "guadagnato" altri mille punti! Io vorrei tanto saper fare la stessa cosa...staccare la spina, come hai detto tu, e ricominciare! Purtroppo posso immaginare che non ce ne si liberi mai completamente, però tu hai già fatto passi da gigante, e d'ora in poi sappi che sei il mio mentore :)

maktuub ha detto...

:-)
mamma mia... mai stata mentore di nessuno, nemeno del mio gatto... la cosa mi intimorisce e intererisce insieme... mentore magari è troppo, ma per essere spalla-amica-rimorchiodacadute-risataalvolo-sfornacoccole mi offro volentieri!
:-)
tutti i posti che ho visto e i miei sogni fururi son cose che sono riuscita a godermi davvero proprio dopo lo "stacco"... sono sempre stata attaccatissima all'idea di "casa", al bisogno di stabilità... quando viaggiavo prima era come scappare e mi sentivo fuori posto... ora quando siamo in giro, senza orari e senza pressioni addosso mi sento libera... forse i baratri di ansia aspettano sempre dietro l'angolo ma mi godo i momenti belli come mai mi era successo, questa è una bella conquista!
unico consiglio che ha la priorità su tutto: coccolati! :-))
un abbraccio..