25 marzo 2012

Di primavera e neopaganesimo.

Il 21 marzo (o il 20 in casi eccezionali) inizia la mia stagione preferita, la PRIMAVERA. Avrei voluto pubblicare questo post il giorno dell'equinozio, ma i problemi tecnici del mio pc non me l'hanno permesso; ora scrivo da quello delle mie sorelle che nonostante abbia una tastiera del '15-'18 e il brutto vizio di spegnersi a caso sembra funzionare meglio del mio.



L’equinozio di Primavera rappresenta il rigenerarsi della Vita, il risveglio della natura, la fertilità della terra. Adoro il tepore di questa stagione, che riscalda gentilmente corpo e anima dopo i malesseri dell'inverno (in effetti credo di essere leggermente meteoropatica); adoro fare merenda all'aperto, gli alberi fioriti, gli uccellini che cinguettano, i giri in bicicletta quando la pigrizia non prende il sopravvento; adoro poter respirare a pieni polmoni senza che mi si congeli il cervello e godere del sole sulla pelle prima che l'umidità estiva mi trasformi in una spugna ambulante. Anche la terra inizia a preparasi per dare i frutti e gli ortaggi che preferisco.
L’equinozio è simbolo di rinascita e passaggio, cambiamenti positivi e speranza...non a caso la Primavera Araba viene denominata così.

Perchè neopaganesimo? Perchè sono sempre più affascinata dall'approccio naturalistico e umanistico all'esistenza celebrato da questi movimenti religiosi di origine per lo più celtica. Mi piace il fatto che la Natura sia celebrata - e quindi rispettata - come forza motrice della nostra esistenza; in fondo senza di Lei non saremmo qui. I neopagani celebrano otto feste (sabbat) che simboleggiano i cicli della natura, rappresentati dalla Ruota dell'Anno, e l'equinozio di primavera coincide con uno dei quattro sabbat minori, OSTARA.

Da celtical.it:
Astronomicamente l’equinozio di primavera (in gallese Alban Eiler, luce della Terra) [...] è il momento della rinascita anche dei nuovi progetti, è il momento in cui è possibile realizzare quei sogni che sono nati nel periodo freddo. E’ il momento adatto per aprirsi ai sentimenti e viverli nella loro totalità, rinascere con la Natura e fondersi con la Madre Terra, celebrarla e gioire della Vita che sboccia e si manifesta in tutte le sue forme. Non dimentichiamo che le festività avevano sempre una duplice valenza: la prima riferita ai mutamenti ciclici stagionali della terra, ai quali corrispondeva un ugual simbologia per i mutamenti nell’animo dell’umano.


Il senso di Ostara è rinascere, riconoscersi, ricominciare a gioire e vivere.
Perciò è davvero arrivato il momento che questa fatina si rattoppi le ali spezzate e inizi a volare.

2 commenti:

maktuub ha detto...

... ti presto ago e filo? bacioni grandi, buona rinascita! :-)

fairy_maila ha detto...

eh magari ;) tu come stai?