19 dicembre 2009

Resocontando - Vol. II: altri punti di vista.

E alla fine, con la velocità degna di un bradipo, ecco che torno con la seconda parte del mio resoconto! A dir la verità non c'entra molto con quanto successo in compagnia delle cerditas, se non che questa riflessione è nata proprio durante il viaggio in autobus verso Torre de la Horadada. Questo è lo scenario a cui abbiamo assistito a un certo punto del percorso, nei pressi di una cittadina chiamata San Javier:













































Trattasi di una sfilata paesana in costumi tradizionali con cavalli, carrozze e cavallerizzi con tanto di frustino. Molti potrebbero trovare questa scena suggestiva...io no. Per quanto possa essere affascinante osservare quei bellissimi animali che avanzano a passo fiero, trasportando sul loro possente dorso uomini, donne e bambini di tutte le età oppure trainando carrozze di legno dal sapore antico che ti fanno sognare i tempi passati, in men che non si dica sopraggiunge un'altra visione delle cose: vedi il cavallo che scuote la testa infastidito dal paraocchi, quello che trascina a fatica una carrozza piena a dismisura, quello che si affanna sotto il sole cocente dell'una di pomeriggio, vedi piccoli pony che ti fanno una gran tenerezza e ti chiedi come possano trasportare tali carichi. Ti accorgi della tristezza negli occhi di tutti loro anche se non riesci a guardarli e della muta sottomissione alla quale sono sottoposti, tutti con la testa china mentre il cavallerizzo sul dorso si erge con l'orgoglio e la compostezza di una pedina da scacchiera e la festosa combriccola sulla carrozza sorride allegramente a destra e a manca. Così diversi tra loro, quasi la personificazione di un ossimoro; a pensarci bene, più che una sfilata sembra una triste processione. Forse è solo una mia impressione o forse no, quello che so è che non è così che mi piace vedere i cavalli.

Sarà che da quando ho visto il bellissimo film della DreamWorks Spirit - Cavallo selvaggio ho associato questo animale alla libertà e al contatto con la natura, sarà che in generale non mi piacciono questo genere di spettacoli (ripudio anche il circo, che secondo me dovrebbe essere fatto solamente da pagliacci e acrobati), sarà che da quando sono diventata vegan è come se mi fosse caduto il velo dagli occhi e ho cominciato a vedere tante cose da una prospettiva diversa...fatto sta che non mi ha entusiasmata per niente e mentre facevo le foto mi sentivo come una reporter che non vede l'ora di pubblicare il suo articolo di denuncia.

C'è da dire che io non sono completamente contraria all'equitazione, anzi, un giorno mi piacerebbe anche andare al maneggio di Mariano per vedere i suoi cavalli, ai quali so che tiene tantissimo e che cura personalmente con amore e dedizione. Questa mi sembra già una cosa diversa, una sorta di compromesso tra uomo e natura nel quale il cavallo viene amato e rispettato senza essere abusato, grazie ad un percorso di conoscenza e fiducia reciproca che può anche portare ad una piacevole (per entrambi!) cavalcata in libertà. Almeno credo. Mentre aspetto di verificare quest'ipotesi e sperando di non sbagliarmi, vorrei deliziarvi con una scena esilarante del suddetto film, una di quelle che mi è rimasta più impressa:


E anche con la bellissima e commovente scena finale:

1 commento:

maktuub ha detto...

io e il mio piccoletto ci siamo visti sto film coi lacrimoni... da un lato penso che i cavalli che "sfilano" siano quasi piu fortunati di quelli che qui portano carretti di legna o aratri (ebbene si, siamo ancora a questo punto)... ci vorrebbe un compromesso, per animali che non possono probabilmente piu riuscire a vivere allo stato brado ma che non è giusto vengano sfruttati...
...ieri ho visto un film in cui c'era un allevamento di tacchini... ho pensato ch eper assurdo allo stato libero morirebbero dopo due giorni... che triste mondo ci siamo creati..